Luci sull’aurora boreale.
Questa fotografia Fatta per Arco Marketing arredo da giardino in teak, vuole raccontare la magia
della luce. Ecco perché la posso definire in modo non esatto una fotografia digitale o più
esattamente una elaborazione fotografica. Ho scelto la luce più magica del pianeta, l’aurora
boreale. L'aurora boreale è uno spettacolo naturale incredibilmente affascinante e magico, che
attira visitatori da tutto il mondo. Tuttavia, è anche un fenomeno complesso e delicato che
richiede condizioni atmosferiche e solari specifiche per poter essere osservato e fotografato
quindi in questo caso specifico sono ricorso ad una immagine di base disuna banca immagini. Mi
sono imbattuto in una fotografia paesaggistica perfetta per il mio scopo, il resto lo preparo in
sala di posa nel mio studio fotografica Verona
Osservando l’influenza luminosa ho deciso posizione e illuminazione necessaria e naturalmente la
prospettiva fotografica. Utilizzando ottiche adatte, un medio tele per la figura e una focale
normale per il mio soggetto lampada, con l’attenzione di porlo non al centro della ripresa ma
decentrato per avere quella impercettibile ma necessaria deformazione che avrebbe in una
naturale riposa. In questa composizione fotografica è necessario conservare le luci e ombre
naturali create dal mio soggetto per poterle riportare poi nella foto. Anche per il soggetto persona
ho messo un appoggio simile a quello della foto per non perdere il naturale equilibrio che un
corpo assume in queste condizioni. Ovviamente la luce della lampada è l’illuminazione principale
del soggetto, il resto è quasi nero, ottenuto con una proporzione luminosa attenta. Quello che mi
serviva era creare una foto attraente e singolare dove la luce sia protagonista, dove però la
lampada non sia un secondo piano. Le lampade essendo naturalmente calde facilmente
catturano la nostra attenzione perché il colore caldo per la nostra percezione è comunque
sempre considerata più vicina tanto quanto la luce fredda allontana e crea profondità. La
collocazione del soggetto è in basso a destra, nella lettura della foto il punto in cui lo sguardo si
trattiene di più, naturalmente perché si tratta di un servizio fotografico per aziende, quindi mettere
il soggetto al centro della visione è essenziale. Quindi l’osservatore avrà un impatto creato dallo
spettacolo immediato ma con altrettanta immediatezza lascerà scivolare lo sguardo nella
traiettoria della mia luce, cioè dove lo voglio portare. La fotografia non pretende in alcun modo di
mostrare una realtà e per evidenziare la poesia la fotografia di una figura che “galleggia” in un
punto irraggiungibile toglie ogni dubbio allo spettatore. In genere non mi piace ingannare, mi
piace affascinare in sé. Altre fotografie hanno il compito invece di mostrare l’inserimento di questo
oggetto nella vita quotidiana, non questa, questa è solo una “sfilata”.
Il mobile di alto artigianato firmato Bertelè
Una grande cultura di fabbricazione del mobile classico Ha dato modo al mio studio fotografico Verona di svilupparsi. Come sono riuscito a valorizzare design quasi sempre discutibile? Ho frequentato case di artisti, persone di grande portata culturale facendo spesso servizi fotografici per riviste e, in gran parte dei casi vivevano in abitazioni in qualche modo scordate, con arredi nostalgici ereditati senza attenzione e non certo case di design. Ma erano case piene di sapore, e li ho imparato che il design forzato a tutto campo è spesso un palco impersonale di più, molto di più di queste case. Non nego che mi affascina la bellezza della fotografia design, ma non disdegno il mobile riprodotto. Aggiungo che esiste un artigianato che ha dato vita a una continutà artigianale che merita attenzione, molta attenzione. Per Bertelè che è una piccola realtà artigiana tutta al femminile mi sono impegnato in interpretazioni fotografiche audaci e distinte. Fotografia con passione, ricostruzioni che nella mia mente vivevano storie e favole straordinarie. Pensate solo anche che perfino la fotografia di moda utilizza questi eccentrici oggetti per raccontare le proprie sfilate e forse vi farà sorridere un pò meno, signori del design contemporaneo.
Una delle opere architettoniche che più hanno segnato la nostra evoluzione in Italia, e che hanno saputo dare dinamica al mercato è sicuramente la fiera di Milano, situata a Rho, opera firmata Massimiliano Fuksas. Per uno che come me ama la fotografia di architettura resta comunque un grande impegno e pesante responsabilità saperla raccontare . Le dimensioni e la varietà delle strutture offrono mille spunti, ma la fotografia deve saper cogliere l’essenziale senza mai dare per scontato, senza mai banalizzare la visione di qualcosa di straordinario e cercare di disporsi sullo stesso piano espressivo e dinamico. Avevo visto nello studio di Fuksas la bozza, la prima bozza e ideazione del progetto alquanto spregiudicato, coprire un chilometro e mezzo per una larghezza di almeno trenta con una enorme campata di vetro. Una campata che copre edifici di varie fattezze dalle forme futuristiche, astronavi sospese da colonne oblique come avevo visto già sperimentato da lui nell’edificio Nardini, colonne inclinate che tolgono la gravità delle più ….antiche oserei dire, colonne verticali che sono il linguaggio convenzionale della gravità. Un fotografo creativo nasconde nella sua preparazione culturale il segreto dello saper cogliere le nuove linee proposte anche dall’architettura, come un fotografo di moda lo sa fare con le fantasiose creazioni di stili mai visti. Ma l’architettura è un bene permanente che trasforma la società. La nuova dinamica regalata a Milano da questa struttura ha saputo mettere al primo posto del mondo Il salone del Mobile, oggi la più importante espressione del design mondiale, io come fotografo di design ho visto trasformare rapidamente l’internazionalizzazione di Milano non solo dovuta ai nuovi mezzi di comunicazione ma anche ai luoghi di incontro internazionali come le fiere.
Omaggio a Eros Bonamini con “Risarcimento”
Concretezza nel suo astrattismo, narrazioni vive per chi sa leggere oltre forma e materia, materia che raccontata con l’estetica, che illumina anche il più ostile ambiente. Aprire gli occhi, poi il cuore, e l’anima, e ogni secondo che scorre. Questo é l’inestimabile valore che merita la vita. Questa è l’eredità di un grande artista e maestro. L’arte è un percorso audace che mette a nudo la tua realtà, un percorso che devi fare bendato per capire il paesaggio della TUA esistenza che di scontato non HA un solo secondo. Nel mio essere fotografo eclettico, ci sta anche essere un fotografo d’arte e un fotografo ritrattista di artisti, ma questo è figlio del mio amore per l’arte e della convinzione che l’arte sia la vera traccia della vita. Se è vero che le mie finanze provengono in grande parte dalla mia figura di fotografo industriale a Verona, è anche vero che questo difficile e meraviglioso lavoro mi ha offerto la illimitata possibilità di avvicinarmi senza necessità economiche, e quindi in piena liberà all’arte. So che molti non ne sono convinti, che un fotografo commerciale non può fare arte, per me niente di più falso, l’arte data in pasto a media e critici facilmente mercenari continua ad esprimere moltissime cose prive di senso e storia, perfino l’intelligenza artificiale oggi sa proporsi con livelli che confondono, ma non sono io a giudicare, come per la scienza (strettamente legata come una sequenza di Fibonacci) è solo il tempo. Io mi limito a fidarmi dei miei occhi come la macchina fotografica si fida del mio sguardo.
E’ un progetto particolare quello affidatomi da Euro3plast, il messaggio fotografico aveva il compito di affiancare con la stessa valenza i contenuti dei prodotti. Euro3plast produce con materie plastiche oggetti legati sopratutto all’outdoor. Da una ideazione dello studio pubblicitario che li segue questi prodotti particolari e destinati ad un pubblico legato al design del lusso. L’ideazione contemplava l’idea di realizzare un servizio fotografico esterno, ma per evitare che le condizioni climatiche influissero con troppa casualità sia all’uniformità sia alla qualità delle fotografia ho scelto di realizzarlo nella mia sala di pos, questo ci ha concesso di bilanciare non solo le immagini sotto il profilo della luminosità ma anche una più equilibrata economia di realizzazione. La fotografia di design è stata coadiuvata da modelle e ambienti immaginati quasi surreali nell’atmosfera. La modella con la sua presenza afona crea un rapporto di dimensione essenziale e lo statico equilibrio fa fermare lo sguardo. Non è tanto il prodotto che fa da protagonista, in queste foto la parte del leone è affidata alla bellezza e all’attrazione della foto stessa, Il risultato raggiunto mi ha dato piena soddisfazione perché con alcune di queste foto ho vinto concorsi internazionali di grande rilievo. Credo poi che l’azienda non sia riuscita veramente ad utilizzare in maniera appropriata queste fotografie. Queste fotografie hanno ben dimostrato la loro capacità di diffondersi con grande interesse, ma dietro se non c’è un marketing che sa sfruttare queste occasioni la delusione è sempre in agguato. Quello che con il tempo ho imparato è propio misurare un azienda e conoscere limiti e desideri misto e vision e solo in base alla individuazione del target muovermi a vari livelli. Gli studi invece spesso agiscono al meglio per se stessi, sempre questo è deludente, anche di fronte a lavori eccelsi. Un pò come fare un video straordinario per un azienda che non ha idea di come veicolarlo.
Questa fotografia può essere classificata “fotografia industriale” anche se il amo di più definirla fotografia per monografia industriale…e oggi chiamata fotografia storytelling , L’incarico di Eurosets azienda del gruppo GVM, era di raccontare personaggi e lavorazioni. Questo un estratto del servizio fotografico (accompagnato da un video aziendale di supporto). Il risultato è un libro di presentazione aziendale in grado di descrivere, a chi non la conosce, una realtà aziendale moderna, dinamica, ecosostenibile e fatta di innovazione. Oggi possiamo acquistare di più e di tutto, ma la garanzia che ci convince è quella che ci deriva dalla conoscenza del produttore, Noi abbiamo narrato questa azienda con foto e video tracciati da QR code presenti all’interno del catalogo. Nel mio studio fotografico sono nati diversi servizi multimediali grafici e digitali di supporto, che hanno portato un completo sistema di comunicazione integrato. Risultiamo essere una agenzia di comunicazione anomala perché nata dalla comunicazioni visiva, dall’operatività della sala di posa.
Fotografie del centro ricerche Ferrari di Maranello Ancora fotografia di architettura eseguite per Massimiliano Fuksas, interessante esperienza poter accedere alla struttura architettonica con al brand più importante a livello planetario. Fuksas ama molto il talento fotografico che porta un fotografia vissuta spontanea e vissuta, mi chiamò all’inaugurazione del centro ricerche Ferrari e in effetti ne risultò. Un servizio i che venne pubblicata da Abitare utilizzò una fotografia per copertina e completò con un esteso servizio fotografico all’interno interno. Non nego che vedendo la splendida struttura produttiva interna mostrate da ampie vetrate, produzione che mostrava un ordine e una organizzazione fuori dal comune: Altro elemento del tutto singolare era l’attenzione del personale, di tutto il personale, un personale fiero della propria appartenenza ad un team vincente. Perfino l’uomo delle pulizie non ha risparmiato una osservazione per la disposizione delle mie borse della pesante attrezzatura che mi portavo appresso. Normalmente il personale addetto ai lavori più umili al massimo e in casi eccezionali ti rivolge lo sguardo, ma una osservazione non aveva precedenti. Nella fotografia di architettura ho fatto emergere le caratteristiche primarie, le impegnative sospensioni quasi volanti dei piani alti le sferzate che coloravano di rosso Ferrari le zone come quelle che coloravano di giallo Lamborghini.
Studio fotografico Verona, presso la mia sala posa è il luogo dove ho sviluppato il lavoro che mi è stato proposto da Franco Balestreri, direttore marketing di una delle più importanti realtà del mondo della sanità italiana GVM. Con lui ho lavorato prima alla Salvarani cucine, successivamente alla Bialetti, quando è diventato direttore di questo grande gruppo ci siamo ritrovati per realizzare la monografia delle Terme di Castrocaro successivamente quello dell’azienda Eurosets sempre del gruppo GVM. Ma l’idea che ho trovato geniale e ricca di contenuti non solo commerciali Franco l’ha sfoderata nella comunicazione fatta per l’ospedale di Bari. Era stato chiesto a donne che avevano vissuto e vinto sulla difficile se non drammatica esperienza di essere state colpite dal tumore al seno, Franco voleva tradurre in qualche modo questo racconti in immagini, lo scopo era quello di sensibilizzare e aiutare le donne colpite da questo male non più invincibile se affrontato anche con convinzione. Il tumore al seno è sempre stato raccontato con immagini difficili, a volte scabrose a volte perfino perfide. Ma questi racconti non erano niente di tutto questo erano racconti di vita, di essenza della vita è forse questo aveva colpito in modo particolare Franco, e mi chiese una interpretazione fotografica. Fotografo industriale si, fotografo di arredamento anche e anche fotografo di stilllife ma evidentemente a suo giudizio anche fotografo creativo con la facoltà di cogliere aspetti umani e artistici in grado di comunicare sensazioni. Così mi diede le traiettorie necessarie per realizzare questa impresa. Ogni fotografia racconta una sintesi delle esperienze vissute, la visualizza non in maniera didascalica, la mia è stata una fotografia che interpreta un passaggio di esistenza. Nella sequenza fotografica che vi propongo ci sta un testo, ma emozione che non è il racconto che potete udire. Puntando il vostro cellulare sul QR code ascolterete il racconto. Ma una immagine può raccontare più di mille parole. Quanto mi è riuscito? Per me mai abbastanza, per me, ma questa è la mia ricerca.
Studio fotografico Verona, presso la mia sala posa è il luogo dove ho sviluppato il lavoro che mi è stato proposto da Franco Balestreri, direttore marketing di una delle più importanti realtà del mondo della sanità italiana GVM. Con lui ho lavorato prima alla Salvarani cucine, successivamente alla Bialetti, quando è diventato direttore di questo grande gruppo ci siamo ritrovati per realizzare la monografia delle Terme di Castrocaro successivamente quello dell’azienda Eurosets sempre del gruppo GVM. Ma l’idea che ho trovato geniale e ricca di contenuti non solo commerciali Franco l’ha sfoderata nella comunicazione fatta per l’ospedale di Bari. Era stato chiesto a donne che avevano vissuto e vinto sulla difficile se non drammatica esperienza di essere state colpite dal tumore al seno, Franco voleva tradurre in qualche modo questo racconti in immagini, lo scopo era quello di sensibilizzare e aiutare le donne colpite da questo male non più invincibile se affrontato anche con convinzione. Il tumore al seno è sempre stato raccontato con immagini difficili, a volte scabrose a volte perfino perfide. Ma questi racconti non erano niente di tutto questo erano racconti di vita, di essenza della vita è forse questo aveva colpito in modo particolare Franco, e mi chiese una interpretazione fotografica. Fotografo industriale si, fotografo di arredamento anche e anche fotografo di stilllife ma evidentemente a suo giudizio anche fotografo creativo con la facoltà di cogliere aspetti umani e artistici in grado di comunicare sensazioni. Così mi diede le traiettorie necessarie per realizzare questa impresa. Ogni fotografia racconta una sintesi delle esperienze vissute, la visualizza non in maniera didascalica, la mia è stata una fotografia che interpreta un passaggio di esistenza. Nella sequenza fotografica che vi propongo ci sta un testo, ma emozione che non è il racconto che potete udire. Puntando il vostro cellulare sul QR code ascolterete il racconto. Ma una immagine può raccontare più di mille parole. Quanto mi è riuscito? Per me mai abbastanza, per me, ma questa è la mia ricerca.
Lago SPA è un azienda per cui da innumerevoli decenni collaboro per servizi fotografici , fotografia interni, fotografia arredamento ma anche fotografia industriale. Con loro ho collaborato a nuovi concetti fotografici per avere un ritratto il più vicino possibile alla filosofia aziendale-. La ripresa fotografica ha sempre avuto un ruolo fondamentale sia parlando di fotografia di ricerca sia di fotografia documentata. I servizi fotografici esterni servono a raccontare le realizzazioni di progetti complesso dell’azienda, mentre le fotografie di posa servono a lanciare i nuovi compcet e alla descrizione accurata dei prodotti. Negli ultimi anni l’azienda è ricorsa naturalmente alle realizzazioni di render che ovviamente risultano più economiche e offrono maggiori possibilità di esecuzione dato che non necessitano di prototipi costosissimi. Tuttavia la mia collaborazione continua sia per raccontare con la fotografia di still-life i dettagli, sia per realizzare video descrittivi dei prodotti reali. Francamente per me resta un fiore all’occhiello poter vantare una collaborazione ultra trentennale di una azienda che da zero si è portato al fatturato e sopratutto al brand di cui gode oggi.
Come fotografo ritrattista a volte mi diletto nel raccogliere uno stile cercando di raggruppare in un unico argomento la serie. La fotografia di ritratto è sempre stata una occasione straordinaria per conoscere realmente persone. in questo caso é una mostra ideata per la presentazione e a supporto di un interessante libro scritto da Laura Donadoni “Come il vino ti cambia la vita” che accumunava le storie di 6 persone che avevano inseguito con successo il sogno di realizzare un vino inedito, tratto da vitigni in via di estinzione o dimenticati. Le persone ritratte sono: Albino Armani, Gianluca Bisol, Claudio Quarta, Elena Fucci, Alisa Maeli. Quindi scelsi degli oggetti per affiancare la figura della persona, a volte le vigne a volte bottiglie o botti cercando relazionarli al frutto delle loro fatiche e aiutandoli a raggiungere una posa, la composizione nel ritratto è una espressione capace di raccontarli. Alla fine ottenni un risultato soddisfacente grazie anche alla elaborazione digitale che mi serví per tradurre in un fantastico bianco nero, poi portato in stampa su carta di cotone si presentò con neri profondi e bianchi lucenti, senza far rimpiangere la vecchia stampa tradizionale in bianco e nero ai bromuri d’argento. La fotografia in bianco e nero in particolare i ritratti nei bianco e nero sanno mostrare al meglio le profondità delle forme e per questo resta sempre la mia prediletta nel ritratto personale. La mostra fotografica con la presentazione del libro ebbe luogo ebbe luogo a Verona in occasione del Vinitaly, una delle manifestazioni che coglie il momento di maggiore vivacità della città di Verona, si sa il buon vino quando é buono fa diventare allegre e buone anche le persone.
Una mostra fotografica di foto ritratti donne del mondo del design. Fotografia interni ritratto, questo per raccontare il loro mondo, la loro maniera di essere. L’ambiente racconta molti tratti delle persone, è un complemento come una cornice per un opera, mostra uno stile di vita e questo l’ho considerato ancor più importante per una donna. Le donne ritratte sono tutte Architetti, Designers , Artiste , Manager, a volte tutto questo assieme. In qualche modo il ritratto fotografico ha la capacità di violare l’intimità delle persone per raccontare ciò che sono veramente, in questi ritratti la distanza non ha utilizzato questa caratteristica e il soggetto in fondo non si rivela molto, ma l’ambiente che lo circonda sa raccontare la sua vita. Nella pur libera scelta dell’ambiente, ho cercato di capire quale fosse l’aspetto più amato dal soggetto, l’angolo che più raccontava. É stato quasi sempre il luogo del lavoro, ma erano luoghi in qualche modo sempre con il sapore di casa, di chi non divide la vita dal lavoro in ogni caso frutto di grande passione ed espressione personale. Davvero è molto diverso invece il ritratto fotografico maschile in ambiente, l’ambiente è spesso tecnico, c’è esattamente quello che serve, oppure è architettonico nel senso più scenografico, per questo difficilmente ho utilizzato ambienti come cornici, in fondo non racconterebbero nulla in più di reale. Le donne ritratte sono: Anna Fendi, Anna Gigli, Benedetta Tagliabue, Carla Tolomeo, Cinzia Anguissola, Daniela Puppa, Federica Marangoni, Fulvia Mendini, Gilda Bojardi, Giovanna Talocci, Margherita Palli, Maria Christa Hamel, Nanda Vigo, Natalie du Pasquirre, Naula Goodaman, Patricia Urquiola, Patrizia Moroso, Terry Dwan.