Fotografia di interni rivolta alla vendita e progetto dell’arredamento

 

Un mio personale commento parlando della fotografia nell’arredamento di interni, “come lo vendo il mio mobile?”.

Concluso anche il salone del mobile 2023, è ormai definitivamente consolidata la posizione dominante del render sulla fotografia: ma dopo una prima fase inebriante, si assiste ad un panorama completamente appiattito della presentazione del prodotto (non per causa del render che, se ben progettato e curato, da risultati eccezionali).

Quello che è cambiato: nel passato (non remoto) anche la presentazione del prodotto “mobile” era fatta con personalizzazione diretta ad un target che orientava la vendita con maggiore attenzione, oggi non è più così.

Le immagini si presentano estremamente simili perchè pretendono di estendere il target nella più larga scala possibile …la ragione? C’è, il cliente non sceglie più in base al coinvolgimento emotivo relativamente all’immagine, piuttosto di fronte ad un appiattimento, sia di presentazione, sia anche di qualità del prodotto (I più vecchi del mestiere si ricorderanno della parola d’ordine “emozionare”), invece si orienta all’acquisto non per necessità, non per cambiamento di ceto, ma piuttosto per…chiamiamola “esperienza”, in parole povere quello che sta alla base della ideazione e produzione del prodotto.

Il contributo del render a questo cambiamento è stato fondamentale: ha messo tutto sullo stesso piano (vedi foto di aziende leader allegate).

Acquisito il dato, ormai assodato, quello che distingue, che può distinguere i prodotti è la storia che possono raccontare, e in questo l’immagine riprendere un ruolo di primo piano se si considera che gode di indiscutibilmente prevalenza assoluta nel modo di raccontare ad utenti che sfogliano rapaci e rapidi per decine di ore il loro cellulare, ..se siete arrivati a leggere fin qui non fate media…

Si pone un altro problema: le immagini sono oggetto di consumo, bruciate in un secondo, un giorno e non possono essere più riproposte. Perchè? Sono immagini “provvisorie” prive di contenuto artistico, instabili, effimere, forza e debolezza aggregate, vincolate, incatenate.
Per mia esperienza ritengo invece sia possibile imporre una comunicazione con un carattere più permanente, con contenuti efficaci per poi smembrare le stesse per darle in pasto all’effimero mondo social senza togliere nulla al contenuto importante e di forte carattere che comunica l’esperienza che l’utente chiede.

Quello che vedo è che oggi le aziende agiscono in modo disorientato nella comunicazione, non raccontano l’esperienza che possa convincere il potenziale cliente a cui viene proposto un acquisto “realmente” coerente con le sue esigenze e ben espresse dal progetto aziendale, ma si esprimono genericamente al punto che potrebbe sembrare il prezzo il centro d’interesse, cosa assolutamente falsa per un potenziale acquirente che non ha assolutamente bisogno ne del prodotto ne del prezzo (naturalmente non parlo del mercato “basso”,  certo non nel DNA delle nostre aziende Italiane)

Se le aziende non prenderanno in seria considerazione il racconto visivo, lo “storytelling” che raccontano azienda e prodotto, il declino del prestigioso design italiano non cambierà il proprio percorso.
Alla fine del secolo scorso l’Italia aveva un ruolo prevalente a livello mondiale nel design del mobile, 20 anni dopo si trova a rincorrere ben più banali realtà.

PS. Parlo di fotografia per deformazione, dovrei sempre dire immagine, perchè oggi si comunica fotografia anche come video visto che in tasca abbiamo tutti un cellulare in grado di riprodurre video, ma qui i, discorso si fa più complesso, magari ne parlerò piu avanti..

 

Serie di immagini contemporanee di varie aziende leader, il target a cui si rivolgono queste immagini è esteso e quindi privo di personalizzazione, di fatto potrebbe essere una sola azienda.

Una immagine di esempio presa dai primi anni 2000 quando ancora le immagini venivano costruite pazientemente ed indirizzate, questa ad un pubblico amante de minimalismo. In effetti un render potrebbe anche migliorare, ma quello che si otteneva nella ricerca della realizzazione fotografica è impossibile ottenerlo con un computer, questo cambia i percorsi.

 

 

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