Perché la temibile e gelida neve ci attrae così tanto? Quel mondo che dipinge in bianco e nero è forse la chiave del nostro infantile entusiasmo? Il bianco e nero, cos’è? La mia casa non l’ho ristrutturata, ho continuato solo a farla esistere prestando attenzione a non perdere nulla della sua  millenaria essenza. Mi resta ancora una grande stanza a cui ridar vita, e per questa ho un progetto criticabile e ambizioso che parte propio dal mio lavoro di fotografo, farla diventare una  “fotografia vivente” in bianco e nero, diventare solo  l’emozione tangibile nella sua forma, evocazione di un passato che regala tempo al futuro. Non è da guardare, non è quello, voglio che fotografi e poeti di ogni arte vengano a raccontare lì le loro storie, e che l’ambiente lasci spazio ai colori nelle menti di chi ascolta. Perché questa è l’essenza del bianco e nero, lasciare spazio e coinvolgere chi osserva. Ma perché propio il bianco e nero? Il nero è buio il bianco è luce e semplicemente stagliano la forma, la vera natura di una forma che spesso invece viene limitata  propio dal realismo che sbiadisce con con il colore. 

Lo scuro è lo sconosciuto inconscio che ci accompagna, come il chiaro è il dileguarsi delle tenebre, violente emozioni che solo il netto chiaroscuro di una fotografia in bianco e nero può rendere. Il colore vince solo in unico caso, quando parla di se stesso, rarefatto.

La pittura scoprì nella rivoluzione del rinascimento che un maggior effetto di profondità  si otteneva anche da una minore nitidezza dei soggetti, allo stesso modo il bianco e nero scopre che l’autenticità di una figura è maggiormente espressa dal bianco e nero.

Effetti realistici di forme su carta (3D si direbbe oggi) li ho ottenuti solo ed esclusivamente dal bianco e nero. Dal colore mai così forti.

Questa è la mia ultima stanza “bianco nero vivente”

La neve traduce dal vivo il paesaggio nella sua pura forma

Le forme emergono nella loro purezza

E nella loro drammaticità