Un nuovo e potente strumento destinato a rivoluzionare il mondo dell’immagine è indubbiamente l’intelligenza artificiale, oggi già presente in photoshop, senza limiti linguistici e di elementare accesso mostra già tutto il suo smisurato potenziale.
I più non si avvicinano per timore, ma è questione di poco e tutti saranno in grado di creare immagini con la stessa semplicità con cui si sfoglia un telefonino. Il fotografo è, a mio avviso, un esperto di immagine non di strumenti per ottenerla, potrebbe solo ricavare vantaggio da questa tecnologia, MA potrebbe SI e NO.
La creatività oggi resta comunque il costo più grande, costa in ricerca e sviluppo, una più rapida esecuzione cambierà di poco o niente i costi… potrebbe anche favorirci.
Io ritengo che l’arte NON possa svilupparsi senza il lavoro (aggg parola demonizzata!), senza il tempo necessario di maturazione di un idea, senza cogliere l’eccitazione del mondo che la circonda.
Leonardo dai committenti contemporanei era temuto per la sua lentezza, poteva lasciar stagionare o rilavorare un opera anni per portarla a termine, sapeva di dover maturare, Michelangelo non disdegnava mai la meditazione consentita dalla noiosa operazione di sbozzare un blocco di marmo, ma sapeva cogliere colpo su colpo la forma della perfezione che solo l’arte può.
Il tempo è un grande valore e non va sprecato per risolvere tutto e subito. Vedo una sola grande minaccia nell’AI, la perdita del valore del tempo.
L’AI scrive in modo più performante dei migliori scrittori, vince i concorsi fotografici, esprime musica complessa perché assume le caratteristiche e il sapere dai migliori, ma allo stesso modo inflaziona, corrode e oscura un possibile sviluppo perché lo sviluppo non lo sa fare, così finisce anche per inibire la crescita di nuovi autori e talenti che possono formarsi solo con il duro lavoro.
Sto usando con parsimonia questo strumento nel comporre delle immagini che accompagnano un libro di poesia, ve ne mostro alcune in anteprima. Qui l’AI mi ha aiutato nel raggiungere l’ intento, ma vi garantisco che i pochi minuti di elaborazione sono solo una parte infinitesimale del lavoro necessario, tuttavia mi ha concesso la possibilità di utilizzare immagini che non avevo utilizzato perché a mi avviso insufficienti di espressione.
Il risultato è un forte contenuto pittorico, a volte astratto, e volontariamente porta la fotografia originale fuori dal suo realismo.
La finestra del poeta: questa composizione nasce da una foto non moto diversa, ho ripreso da una finestra esterna una finestra interna, il vetro rifletteva il bosco che avevo alle spalle mentre la finestra interna spuntava con la sua luce naturalmente, l’AI (confusa) ha distinto le due immagini lasciando le proporzioni e aiutandomi nell’idea.
Questa immagine fa parte di una serie di nudi che avevo realizzato, interessanti mai utilizzate, si trattava di doppie esposizioni che davano movimento e forma, le ho fuse in pure forme con l’aiuto dell’AI accompagnando “….ci ameremo questa notte fino a che l’aurora spegnerà il buio….”
Alcuni dettagli possono diventare interessanti se reinterpretati, questo ingrandimento non sarebbe stato possibile solo fotograficamente, si sarebbe svampito, mixando con un altra immagine ho ottenuto “…le prime viole segnano il tempo…”
Ispirato da una foto, sono arrivato a fondere questa immagine con l’idea di una “casa bianca” nel bianco coì, come l’avrei voluta